Documenti ufficiali
Sistema integrato zerosei
Il quadro generale per gli aspetti educativi e organizzativi per il sistema integrato da 0 a 6 anni è dato dalle Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei pubblicate a gennaio 2022 (DM 334/2021). Sebbene i due segmenti 0-3 e 3-6 siano storicamente organizzati in due segmenti distinti, ognuno con le proprie linee guida educative (vedi sotto), il documento offre la visione di un percorso educativo unico.
Le Linee pedagogiche sono organizzate in sei parti:
1) I diritti dell'infanzia: la prima parte evidenzia la finalità del sistema integrato di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità per lo sviluppo delle proprie potenzialità sociali, cognitive, emotive affettive e relazionali, in un ambiente professionalmente qualificato.
2) Un ecosistema formativo: l'ecosistema nel quale i bambini vivono è fatto di differenze culturali non solo intese come culture di origine, ma anche di culture familiari, educative, di valori e stili di vita. Per questo, questa sezione sottolinea l'importanza per i servizi educativi e le scuole dell'infanzia di creare legami saldi con le famiglie e i territori in cui operano.
3) La centralità dei bambini: in questa terza parte si ribadisce che l'infanzia non è una fase preparatoria a quelle successive. È un periodo della vita con sue caratteristiche e le bambine e i bambini hanno il diritto di viverla senza dover anticipare i passaggi in base a tempi stabiliti dagli adulti.
4) Curricolo e progettualità, le scelte organizzative: sebbene per il segmento 0-3 anni si utilizzi più frequentemente il concetto di progetto pedagogico, in questa parte per curricolo si intende tutto l'insieme di attività di pianificazione e organizzazione necessarie per realizzare tale progetto, ossia gli spazi, gli arredi le attività, ecc.
5) Coordinate della professionalità: si ribadisce che la collaborazione e il lavoro collegiale sono alla base della progettazione e dell'organizzazione nei due segmenti dell'educazione e cura della prima infanzia.
6) Le garanzie di governance: quest'ultima parte del documento sottolinea l'importanza delle risorse economiche e culturale, la necessità di interventi strategici sulla formazione iniziale e continua e sulla governance dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia per la realizzazione del sistema integrato.
Nidi d’infanzia (0-3)
Le linee guida educative per i servizi educativi 0-3, che siano nidi o altra offerta in contesto domiciliare, sono attualmente in discussione.
Al momento, tali strutture devono redigere un proprio piano educativo, sulla base delle indicazioni fornite dalle normative regionali e locali.
In genere, ogni Comune redige un progetto educativo generale, che viene poi realizzato a livello di singolo nido attraverso la propria programmazione educativa che definisce nel dettaglio i tempi e i modi in cui si svolge l’attività. Normalmente, le attività si svolgono secondo una ‘routine’ che prevede il gioco, il riposo, i pasti e la cura dell’igiene dei bambini. Inoltre, sono previste attività con il coinvolgimento delle famiglie (per es. la lettura delle storie da parte dei nonni) o soggetti esterni (per es. associazioni per la pet-therapy).
La legge di riforma 107/2015, introducendo il “sistema integrato 0-6”, ha dato al Ministero dell’istruzione alcune responsabilità che prima erano delle Regioni. Tra queste, la pubblicazione di linee guida educative nazionali per tutti i servizi del sistema integrato, in particolare per i bambini dagli 0 ai 3 anni. Il Ministero dell’istruzione ha stabilito una commissione ad hoc con il compito di redigere tali linee guida da integrare alle già esistenti linee guida per la scuola dell’infanzia.
Scuola dell’infanzia (3-6)
Nella scuola dell'infanzia il curricolo è definito sulla base delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, emanate nel 2012 e successivamente entrate in vigore dall'anno scolastico 2013/2014. Le Indicazioni per l’infanzia sono state redatte da una commissione di esperti del settore designati dal Ministero dell’istruzione.
Assumono come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea con Raccomandazione del 18 dicembre 2006.
Le Indicazioni nazionali sono vincolanti per le scuole dell’infanzia statali e per le scuole paritarie pubbliche e private (paritarie link ad ancora nel glossario).
Aree di apprendimento e sviluppo
Data l’assenza di linee guida educative nazionali per i servizi per l’infanzia 0-3, non è possibile fornire informazioni per questo livello.
Per quanto riguarda, invece, il livello 3-6 anni, il documento di riferimento sono le Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012 che assegnano alla scuola la finalità generale dello sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie.
In particolare, la scuola dell’infanzia ha il fine di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e di avviarli alla cittadinanza.
Le Indicazioni fanno riferimento a cinque campi di esperienza: Il sé e l’altro; Il corpo e il movimento; Immagini, suoni, colori; I discorsi e le parole; La conoscenza del mondo.
Per ogni campo di esperienza vengono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze, che rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dei bambini.
Le Indicazioni nazionali per il curricolo stabiliscono che, al termine dei tre anni di scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base che strutturano la sua crescita personale: “Riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati d’animo propri e altrui. Ha un positivo rapporto con la propria corporeità, ha maturato una sufficiente fiducia in sé, è progressivamente consapevole delle proprie risorse e dei propri limiti, quando occorre sa chiedere aiuto. Manifesta curiosità e voglia di sperimentare, interagisce con le cose, l’ambiente e le persone, percependone le reazioni ed i cambiamenti. Condivide esperienze e giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti e ha iniziato a riconoscere le regole del comportamento nei contesti privati e pubblici. Ha sviluppato l’attitudine a porre e a porsi domande di senso su questioni etiche e morali. Coglie diversi punti di vista, riflette e negozia significati, utilizza gli errori come fonte di conoscenza. Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una pluralità di linguaggi, utilizza con sempre maggiore proprietà la lingua italiana. Dimostra prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spazio-temporali e ad orientarsi nel mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media, delle tecnologie. Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana. È attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei processi realizzati e li documenta. Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture, lingue, esperienze.” (Fonte: Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione, 2012)
A partire dall’anno scolastico 2020/2021, l’insegnamento obbligatorio e trasversale dell’Educazione civica sostituisce “Cittadinanza e Costituzione”, introdotta nel 2009. Nella scuola dell’infanzia l'insegnamento dell'educazione civica si realizza con l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile. Tutti i campi di esperienza individuati dalle Indicazioni nazionali per il curricolo possono concorrere, unitamente e distintamente, al graduale sviluppo della consapevolezza della identità personale, della percezione di quelle altrui, delle affinità e differenze che contraddistinguono tutte le persone, della progressiva maturazione del rispetto di sé e degli altri, della salute, del benessere, della prima conoscenza dei fenomeni culturali. Le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica (Allegato A al Decreto ministeriale 35/2020) raccomandano l’uso del gioco, delle attività educative e didattiche e delle attività di routine per guidare i bambini nell’esplorazione dell’ambiente naturale e di quello umano in cui vivono per maturare atteggiamenti di curiosità, interesse, rispetto per tutte le forme di vita e per i beni comuni. Il costante approccio concreto, attivo e operativo all’apprendimento potrà essere finalizzato anche alla inizializzazione virtuosa ai dispositivi tecnologici, rispetto ai quali gli insegnanti potranno richiamare i comportamenti positivi e i rischi connessi all’utilizzo, con l’opportuna progressione in ragione dell’età e dell’esperienza.
L'insegnamento della Religione cattolica è obbligatorio per le scuole e opzionale per gli alunni che possono scegliere di svolgere attività alternative. Le famiglie scelgono se avvalersi dell'insegnamento della Religione cattolica al momento dell'iscrizione al primo anno, salva comunque la possibilità di modificare la scelta prima dell'inizio di ogni anno scolastico. Gli obiettivi specifici di apprendimento per la Religione cattolica sono definiti dalla normativa nazionale (DPR 11 febbraio 2010) d’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana (CEI). I bambini che non si avvalgono dell'insegnamento della Religione cattolica possono svolgere attività relative ai valori di cittadinanza con il supporto di un insegnante della classe. Le scuole inseriscono le attività alternative all'interno del proprio curricolo scolastico. L'insegnamento della Religione cattolica/attività alternative ha uno specifico orario annuale di 60 ore (DPR 202/1990, CM 368/85). Gli insegnanti sono specialisti e devono superare una formazione iniziale specifica come previsto dalla normativa statale e dal diritto canonico.
Approcci pedagogici
Nidi d’infanzia (0-3)
I nidi hanno il duplice scopo di facilitare le famiglie con genitori che lavorano e di fornire un servizio educativo complementare alla famiglia.
L’istituzione degli asili nido comunali è stata prevista da una legge dello Stato nel 1971 (legge n. 1044/1971) che indicava come scopo del servizio pubblico quello di provvedere alla custodia dei bambini, per assicurare una adeguata assistenza alla famiglia e anche per facilitare l’accesso della donna al lavoro nel quadro di un completo sistema di sicurezza sociale. Nel corso degli anni, e soprattutto a partire dagli anni 90, è maturata sempre più la consapevolezza del ruolo educativo di tali servizi.
In questa prospettiva, le attività mirano ad aiutare la socializzazione e consentire lo sviluppo dell'apprendimento dei bambini attraverso il gioco, sia individuale che in piccoli gruppi.
Scuole dell’infanzia (3-6)
Gli insegnanti sono liberi nella scelta dei metodi didattici. Tuttavia, le Indicazioni nazionali per il curricolo indicano alcuni criteri generali per l’organizzazione dell’ambiente di apprendimento:
- una equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della giornata e si offrono come “base sicura” per nuove esperienze e nuove sollecitazioni;
- una promozione dell’apprendimento attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di conoscenza;
- la predisposizione di spazi accoglienti, caldi, ben curati, orientati dal gusto estetico;
- una gestione distesa del tempo, in modo da consentire al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta;
- uno stile educativo dei docenti ispirato a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico del suo “mondo”, di lettura delle sue scoperte, di sostegno e incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti.
Le scuole sono solitamente dotate di laboratori e dispongono di materiali didattici acquistati dalla scuole stesse con le risorse stanziate dallo Stato a questo scopo. Tuttavia, la disponibilità e l’uso di materiali didattici può variare sostanzialmente da scuola a scuola.
Valutazione
I bambini accolti nei nidi non sono valutati ma, semmai, osservati nel loro processo di sviluppo, sempre con il coinvolgimento delle famiglie.
Nella scuola dell'infanzia, la valutazione assume il carattere della osservazione e della interpretazione più che della misurazione e del giudizio classificatorio per livelli di apprendimento. Lo strumento principale è quindi quello dell’osservazione occasionale e sistematica dei bambini al fine di cogliere e valutare le loro esigenze e di riequilibrare via via le proposte educative da condividere con le famiglie. Compito della scuola dell'infanzia è, infatti, identificare processi aperti da promuovere, sostenere e rafforzare per consentire ad ogni bambino di dare il meglio delle proprie capacità.
L'osservazione dei livelli di sviluppo prevede:
- un momento iniziale, volto a delineare un quadro delle capacità con cui si accede alla scuola dell'infanzia;
- dei momenti interni alle varie sequenze didattiche, che consentono di aggiustare ed individualizzare le proposte educative ed i percorsi di apprendimento;
- dei bilanci finali per la verifica degli esiti formativi, della qualità dell'attività educativa e didattica e del significato globale dell'esperienza scolastica.
La pratica della documentazione consente di produrre tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei bambini, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo.
Le Indicazioni nazionali per il curricolo precisano infine che al termine del percorso triennale della scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base sviluppate per ciascun campo di esperienza che strutturano la sua crescita personale.
Passaggio alla scuola primaria
Non ci sono specifiche misure stabilite a livello centrale per la continuità con la scuola primaria ma dipendono dalle singole scuole dell’infanzia. Tuttavia, per quanto riguarda l’apprendimento, le stesse Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo d'istruzione pongono in continuità il livello 3-6 con i due seguenti livelli di istruzione e, in particolare, con quello dell’istruzione primaria.