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Insegnamento e apprendimento nell'istruzione primaria

Italy

5.Istruzione primaria

5.2Insegnamento e apprendimento nell'istruzione primaria

Last update: 24 May 2022

Curricolo, materie e numero di ore

Il curricolo

Nella scuola italiana, il curricolo è definito attraverso indicazioni nazionali che nel fornire alle scuole un quadro di riferimento al quale devono attenersi nella elaborazione del proprio curricolo, definiscono gli obiettivi generali e gli obiettivi specifici di apprendimento, le materie obbligatorie e i relativi orari per i vari livelli di istruzione. 

Le indicazioni sono redatte da team di esperti interni ed esterni al Ministero dell'istruzione, con il coinvolgimento dei soggetti interessati del settore. Le scuole adattano le indicazioni ai propri bisogni educativi e didattici e creano il loro proprio curricolo che riflette così il contesto nel quale operano. Il curricolo scolastico è parte integrante del Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF) che costituisce il documento con il quale ogni scuola descrive la sua identità culturale e di pianificazione, così come i propri progetti curricolari, extra-curricolari, educativi e organizzativi.

A livello di scuola primaria, i documenti di riferimento per il curricolo sono:

le Indicazioni nazionali sono state pubblicate dal Miur a novembre 2012 e sono state applicate ufficialmente a partire dall'a.s. 2013/2014. Hanno sostituito le precedenti Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati del 2004 e le Indicazioni per il curricolo del 2007.

Le nuove Indicazioni assegnano alla scuola la finalità generale dello sviluppo armonico e integrale della persona, all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie. 

Inoltre, la scuola primaria ha la finalità specifica di far acquisire alle alunne e agli alunni le conoscenze e le abilità fondamentali per sviluppare le competenze culturali di base.

Per ogni disciplina le Indicazioni nazionali fissano i traguardi per lo sviluppo delle competenze da raggiungere al termine della scuola primaria. I traguardi hanno carattere prescrittivo, ossia devono essere tenuti presenti dalla scuola nella elaborazione del proprio curricolo scolastico. Inoltre, stabiliscono gli obiettivi di apprendimento, che individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze.

Nel 2018, il Comitato scientifico istituito dal Ministero per monitorare l'applicazione delle Indicazioni nazionali, ha sottoposto al Ministero il documento dal titolo 'Indicazioni nazionali e nuovi scenari' che partendo da aspetti già presenti nelle Indicazioni nazionali del 2012 ne fornisce una lettura rinnovata alla luce delle competenze di cittadinanza che coinvolgono tutte le aree disciplinari.

Materie e numero di ore

Le discipline obbligatorie insegnate per i 5 anni di scuola primaria sono: italiano, inglese, storia, geografia, matematica, scienze, tecnologia, musica, arte e immagine, educazione fisica, educazione civica.

L'insegnamento della Religione cattolica è obbligatorio per le scuole e opzionale per gli alunni che possono scegliere di svolgere attività alternative. Le famiglie scelgono se avvalersi dell'insegnamento della Religione cattolica al momento dell'iscrizione al primo anno per l'intero primo ciclo, salva comunque la possibilità di modificare la scelta prima dell'inizio di ogni anno scolastico. Gli obiettivi specifici di apprendimento per la Religione cattolica sono definiti dalla normativa nazionale (DPR 11 febbraio 2010) d’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Gli alunni che non si avvalgono dell'insegnamento della Religione cattolica possono scegliere fra svolgere attività extra-curricolari relative ai valori di cittadinanza con il supporto di un insegnante della classe o non frequentare la scuola. Le scuole inseriscono le attività alternative all'interno del proprio curricolo scolastico. L'insegnamento della Religione cattolica/attività alternative ha uno specifico orario settimanale di 2 ore, pari a 66 ore annuali (DPR 751/1985, CM 368/85). Gli insegnanti sono specialisti e devono superare una formazione specifica come previsto dalla normativa statale e dal diritto canonico.

Educazione civica è una materia obbligatoria e trasversale che è stata introdotta dal 2020/2021 (legge 92/2019) e ha sostituito la precedente 'Cittadinanza e Costituzione'. I contenuti della materia sono organizzati secondo tre pilastri principali:

  • Costituzione italiana (diritto nazionale e internazionale, organizzazione dello Stato, delle Regioni e degli enti locali);
  • Sviluppo sostenibile (tutela dell'ambiente e del patrimonio, educazione alla salute, rispetto per gli animali, principi di protezione civile);
  • Cittadinanza digitale (uso responsabile degli strumenti tecnologici, sensibilizzazione verso i rischi, contrasto al linguaggio dell'odio).

All'educazione civica devono essere dedicate almeno 33 ore settimanali attraverso l'insegnamento delle altre materie curricolari e senza aumentare il monte orario complessivo. Il Ministero ha pubblicato delle Linee guida specifiche a supporto delle scuole (DM 35/2020, All. A).

Nella scuola primaria l'orario è organizzato in base alla flessibilità orizzontale. Le scuole stabiliscono in autonomia la distribuzione delle ore di insegnamento fra le singole materie, eccetto per l'insegnamento della Religione cattolica (66 ore) e dell'educazione civica (33 ore). L'orario minimo varia in base al modello di organizzazione scelto dalle famiglie e disponibile nella scuola: 24 ore, 27 ore fino a un massimo di 30 e 40 ore. Per esempio, nell'organizzazione oraria su 27 ore settimanali, il numero totale di ore di insegnamento da distribuire fra le materie del curricolo in un anno è 891 ore, considerando un anno scolastico standard di 33 settimane.

L'inglese è una materia obbligatoria per tutta la durata della scuola primaria (legge 169/2009). Al termine della scuola primaria, gli alunni dovrebbero aver raggiunto il livello A1 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER). Gli insegnanti di inglese sono gli insegnanti della classe o della scuola che abbiano acquisito specifiche competenze linguistiche fino almeno al livello B2 del QCER (DPR 81/2009). Tali competenze possono essere acquisite durante la formazione iniziale o attraverso periodi all'estero certificati o verificate durante il concorso per l'accesso alla professione. 

Nelle zone del paese in cui si parlano una o più delle 12 lingue minoritarie, le scuole organizzano autonomamente l'insegnamento della lingua e della cultura minoritaria in base anche alle richieste delle famiglie. Le scuole possono anche utilizzare la lingua minoritaria come lingua di insegnamento insieme all'italiano (legge 482/1999).

Metodi e materiali didattici

La libertà d’insegnamento è un principio stabilito dalla Costituzione italiana (art. 33). La scelta e l'utilizzo dei metodi e dei materiali didattici deve essere coerente con curricolo scolastico inserito nel Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF) della scuola che, a sua volta, deve essere progettato in coerenza con gli obiettivi educativi indicati per i vari indirizzi e livelli di studio a livello nazionale.

Ferma restando la libertà di insegnamento, le Indicazioni nazionali per il curricolo individuano alcune impostazioni metodologiche di fondo, come, per esempio, la valorizzazione dell’esperienza e delle conoscenze degli alunni, la promozione di attività di esplorazione e scoperta, l'incoraggiamento all’apprendimento cooperativo, lo sviluppo della consapevolezza del proprio modo di apprendere, la realizzazione di percorsi in forma di laboratorio.

Gli insegnanti scelgono i libri di testo, così come i materiali didattici per le classi in cui insegnano e sottopongono la propria scelta al Collegio dei docenti che formalmente adotta i libri. Tuttavia, l’adozione dei libri di testo non è obbligatoria. I libri possono essere in versione digitale o mista (per versione mista si intende una versione cartacea o  cartacea e digitale), tutte accompagnate da contenuti digitali integrativi. Il Ministero ha fornito anche indicazioni sulle caratteristiche tecniche e tecnologiche per le diverse versioni di libri di testo (DM 781/2013). In ogni caso, i libri di testo e i materiali didattici devono essere coerenti con il curricolo e con il PTOF della scuola.

Inoltre, le scuole possono creare, per specifiche materie, i propri materiali didattici che gli alunni utilizzeranno come libri di testo. Gli insegnanti elaborano tali materiali durante le ore di lezione e in collaborazione con altri insegnanti anche di altre classi e con gli studenti. Le scuole devono registrare il proprio lavoro qualora intendano condividerlo e distribuirlo gratuitamente ad altre scuole (legge 128/2013).

I libri sono gratuiti per gli alunni e la spesa per l’acquisto è a carico dei comuni, secondo quanto stabilito da ciascuna legge regionale sul diritto allo studio. Ogni anno, il Ministero stabilisce il prezzo di copertina dei libri (legge 133/2008 e successive modifiche, DM 781/2013).

Per l'a.s. 2021/2022 i prezzi di copertina sono i seguenti:

Classe

Libro della

prima classe

Sussidiario

Sussidiario

dei linguaggi

Sussidiario

delle discipline

 Religione

Lingua

straniera

1a€ 12,10   € 7,44  € 3,66
2a € 16,96     € 5,47
3a € 24,23     € 7,31
4a  € 15,67€ 19,47€ 7,44  € 7,31
5a  € 19,01€ 22,68   € 9,14

Fonte: Tabella A – Allegato al Decreto ministeriale n. 122/2021

Le scuole primarie sono generalmente dotate di molti materiali e strumenti didattici. È incentivata la predisposizione di laboratori o di spazi attrezzati come biblioteche, palestre, laboratori scientifici e musicali. In genere, le scuole primarie dispongono di laboratori di informatica per il supporto alla didattica, mentre diverse classi sono dotate di lavagne interattive multimediali (LIM).

L’acquisto dei materiali, degli strumenti, delle attrezzature didattiche è di competenza di ogni singola istituzione scolastica, sulla base delle risorse finanziarie disponibili nel proprio bilancio. Anche gli enti locali possono contribuire a tali acquisti sulla base di quanto stabilito dalla rispettiva legge regionale sul diritto allo studio.